venerdì 3 giugno 2011

Intervista a Mario Pucciarelli di "Fascisteria", il blog di Ugo Maria Tassinari

Il nostro segretario cittadino, Mario Pucciarelli, è stato intervistato dal noto blog d'area "Fascinazione" di Ugo Maria Tassinari. Riportiamo tutta l'intervista, curata da Giuseppe Parente.

Dopo che il comitato promotore regionale della Campania del referendum sull’acqua pubblica come bene comune e diritto universale, ha rifiutato l’adesione al comitato del movimento di Forza Nuova con motivazioni squisitamente di carattere politico, in rispetto ai valori dell’antifascismo, dell’anti razzismo, ritenuti elementi costituenti del comitato, il movimento di Forza Nuova, per nulla scosso dalla mancata adesione al comitato referendario, da solo, continua la sua lotta per i 4 si ai referendum previsti per domenica 12 e lunedì 13 giugno.

Nel pomeriggio di sabato 4 giugno, dalle ore 17 alle 20, la federazione Salernitana di Forza Nuova organizza nella centralissima piazza Aldo Moro, a Battipaglia, un gazebo, durante il quale spiegherà la posizione del movimento sui 4 referendum del 12 e 13 giugno.
Prima dell’evento, intervisto Mario Pucciarelli, responsabile per la città di Battipaglia di Forza Nuova ed organizzatore dell’evento politico.

Il primo quesito referendario riguarda il nucleare ed è stato presentato dall’Italia dei Valori e chiede di abrogare la norma che prevede la realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare, norma sulla quale il governo ha già fatto marcia indietro nel decreto Omnibus e la Cassazione ha dato il via libera. Quale è la posizione di Forza Nuova?


Va detto, a onor del vero, che il dietrofront governativo è solo temporaneo, perché trattasi in sostanza di una moratoria rispetto all’eventualità di reintrodurre l’opzione energetica nucleare. E quindi il referendum, a tal uopo, non è da considerarsi affatto inutile perché “brucerebbe” ogni balordo tentativo di riproporre l’ipotesi nucleare anche a breve termine.
Sul nucleare, in passato Forza Nuova aveva avuto una posizione di prudente apertura, seppur sempre in subordine alla necessità di focalizzare i propri sforzi verso l’individuazione delle “fonti rinnovabili” come soluzione finale idonea ad assorbire il nostro deficit energetico.
Tuttavia, a seguito dei funesti accadimenti nella terra del Sol Levante, si è deciso di rimuovere totalmente il nucleare da ogni campo di possibilità, se non altro, perché la gestione di una materia così delicata, in un paese dove regna fin nelle sue viscere, lo sperpero, l’inefficienza e il malaffare, decuplicherebbe i rischi già connaturati che come tale esso comporta.
E già dagli incipit intenzionali del governo, dei ministri e del PDL, si subodora da un miglio lontano l’acre olezzo dell’interesse economico con contorno di mafia e massoneria (vedesi caso P3) , che l’insediamento a livelli industriali di dozzine di centrali nucleari su tutto il territorio nazionale avrebbe di fatto accluso.
Non riteniamo casuale, tra l’altro, la sospensione da parte del Governo degli incentivi per il fotovoltaico. Rientra appunto nella loro insana strategia di concentrare in poche mani la gestione energetica e il suo intero volume economico eludendo l’auspicabile tendenza che essa divenisse una risorsa fruibile per tutto il popolo.
La contrapposizione, anche dialettica, creata ad arte tra nucleare e “fonti rinnovabili” rimane la cartina di tornasole che comprova i loro malvagi propositi.

Sono due i questiti dedicati all’acqua. Con il primo si chiede l’abrogazione dell’articolo 23 della legge 133 del 2008 con cui il governo ha privatizzato i servizi pubblici di rilevanza economica, stabilendo come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o con l’affidamento a società a capitale misto, quindi pubblico e privato, il secondo quesito vuole abrogare la parte di normativa che consente al gestore di ottenere profitti garanti sulla tariffa caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito. Cosa pensa Forza Nuova?

I riverberi della Legge Ronchi possono già palesarsi laddove si è inteso procedere a una privatizzazione parziale o sommaria della gestione del servizio idrico. A una dispensazione di servizi più o meni invariati sono corrisposti aumenti del 300% delle tariffe comportando un ulteriore aggravio alle già precarie condizioni finanziarie delle famiglie. E questo per noi forzanovisti è da ritenersi inaccettabile.
D’altra parte, qui ci troviamo alle prese con una gestione privata “oligopolistica” se non addirittura “monopolistica” dell’affare- acqua, quindi, avulsa anche da un minimo principio di concorrenza che una normale liberalizzazione dovrebbe implicare.
Le conseguenze di tutto questo sarebbero inimmaginabili, considerando altresì che la tropicalizzazione in atto del nostro clima, a medio e lungo termine, implicherebbe sempre più frequenti periodi di siccità, da cui un difficoltoso approvvigionamento delle acque, un suo maggiore razionamento e, naturalmente, un’ esponenziale crescita del suo valore economico.
Una gestione pubblica, seppur virtuosa e corretta, con la garanzia di un equo tariffamento delle bollette sbarrerebbe la strada a chi crede di trasformare l’acqua in un ipertrofico business capitalistico di matrice mafioso-affaristica che, ahinoi, sembra già affiorare sul proscenio italiano in tutta la sua protervia.
In definitiva, un deciso SI ai due quesiti referendari “idrici” per FN costituisce un inderogabile necessità di rilevanza nazionale, civica e collettiva.

Il quarto quesito riguarda la giustizia, ed è il quesito che Berlusconi teme di più in quanto chiede l’abrogazione della legge 7 aprile 2010 intitolata in materia di legittimo impedimento del presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri a comparire in udienza penale. Quale è la posizione di Forza Nuova e quali sono le differenze sul quesito rispetto agli altri movimenti della destra politica italiana?

E’ evidente che la legge sul legittimo impedimento, fatta ad uso e consumo per l’attuale Premier Berlusconi, è qualcosa di canceroso per chiunque abbia a cuore un senso di giustizia e di moralità pubblica. Neanche i sovrani assoluti di un tempo, pur nelle loro intime prerogative e nei loro infiniti privilegi, potevano sottrarsi a giudizi pertinenti a una loro dubitabile moralità o probità.
La dignità di una funzione pubblica di governo richiede che un rappresentante, foss’esso presidente, ministro, o deputato, debba sottoporsi costantemente al giudizio, a maggior ragione se si ponesse in quest’ultimo una rilevanza penale, e che non occorre aspettare la fine di un mandato legislativo per “purgarsi” di eventuali colpe pregresse. E’ un sopruso e ancorché un danno per la Nazione e come tale andrebbe cancellato.
Che poi, PDL ma soprattutto La Destra, invitino ad astenersi o a votare NO, è sintomo dello scadimento ideologico e “spirituale” che in tali movimenti si è prodotto, e che li ha condotti a brillare miseramente di luce riflessa, tutti racchiusi e abbacinati intorno all’equivoco politico, perdurante da 18 anni, chiamato “berlusconismo”.

Le ultime elezioni amministrative, terminate con il turno di ballottaggio lunedì scorso hanno determinato la fine del berlusconismo, il non decollo del terzo polo, il crollo politico del mondo che girava intorno ad Alleanza Nazionale, che per esempio nella terza città di Italia, Napoli, elegge solo due consiglieri comunali, una tua analisi e un tuo giudizio su questi avvenimenti, anche alla luce dei risultati davvero scadenti della cosiddetta destra radicale, che salvo rare eccezioni, figlie dell’impegno dei singoli, conquista percentuali da prefisso telefonico.

L’ultima tornata elettorale denota una sostanziale insofferenza del popolo italiano , indistintamente, da nord a sud, nei confronti di un modo di fare politica trasversalmente fanfarone , narcisista e sostanzialmente inconcludente. I numeri parlano chiaro. Astensionismo dilagante, spostamento di consenso verso la nuova sinistra “populista” ed emersione dei movimenti di protesta a cui fa da contro-pendaglio un deciso arretramento della Lega, un tonfo del Pdl, un fiasco del Terzo Polo (finiani ridotti ai minimi termini) e uno scarso incremento del PD. Aver riposto la fiducia in Berlusconi (sicurezza economica) e nella Lega (argine antimmigrazione) e lo svaporarsi graduale di queste speranze ha prodotto un corto circuito politico che ha visto premiare l’inimmaginabile, considerando anche ,ad esempio, il filoimmigrazionismo dei Pisapia, dei Vendola e compagnia bella.
A tutto questo fa da sfondo, come hai citato, il triste ed ennesimo insuccesso della cosiddetta “estrema destra”, e ahinoi, in parte anche di Forza Nuova, Come si spiega questo, tenuto anche conto che nel resto d’Europa i movimenti nazional-identitari riescono a intercettare con ampio profitto lo sconforto e la rabbia dei popoli di fronte alle restrizioni finanziarie UE, all’invasione immigratoria, e alla povertà crescente?
E difficile spiegarlo. Certo, a destra, non aiuta la cappa mediatica berlusconiana che cannibalizza tutto l’interesse su di sé e sulla Lega, concedendo sparuti margini di visibilità a movimenti “antagonisti”come il nostro, che pur è onnipresente nelle piazze, nelle strade nelle scuole – e in Lampedusa!!!!- nel tramandare il suo messaggio politico. Con la fine del berlusconismo e con lo sgonfiamento del leghismo, un po’ di respiro, e maggiori possibilità di affiorare dall’anonimato dovrebbero garantirsi, salvo ulteriori ostracismi. Per il resto, Forza Nuova è interessata da un lento seppur progressivo processo di formazione interna di un proprio ceto dirigente che dovrebbe, a lungo andare, meglio calibrare gli impegni e gli sforzi di una base militante molto attiva. I consiglieri comunali che FN ha comunque eletto nelle piccole realtà territoriali, risultano un valido punto di partenza per accelerare tale percorso di strutturazione organica del partito.

Le elezioni politiche nazionali, salvo colpi di scena, sempre possibili, si svolgeranno tra due anni, quali sono le proposte politiche di Forza Nuova da qui a due anni?

Già dall’assemblea nazionale dell’11 dicembre scorso, Fiore ha ritenuto necessario ampliare il proprio ventaglio di proposte politiche, gran parte delle quali sintetizzabili negli Otto punti per la Ricostruzione Nazionale. Ampliare, naturalmente, non equivale a rinunciare ai propri pilastri ideali che da sempre hanno caratterizzato il motivo conduttore nell’operato di Forza Nuova. Maggiore approfondimento sarà dato per tematiche come quelle del lavoro, e in particolar modo, decisamente schierati sul fronte della lotta contro precariato e disoccupazione che colpisce milioni di nostri connazionali , sempre più abbandonati da una sinistra che ormai ha surrogato la propria base di consenso con gli immigrati e le lobby omosessuali. Poi c’è la piaga dell’usura, che gli ultimi governi hanno oggettivamente favorito a fronte di una politica volta decisamente ad avvantaggiare banche , finanziarie e assicurazioni. Il caso di Equitalia ha assunto contorni addirittura patologici e in tutto questo è ben percepibile la strafottenza della nostra classe di governo. Sull’immigrazione insistiamo con la necessità di bloccarla e di avviare un processo di umano rimpatrio dei clandestini… e su tale terreno, costatiamo il clamoroso fallimento della Lega incapace su tutta la linea di attuare anche minime politiche di contenimento dei flussi. Gli argomenti citati s’intersecano spesso uno con l’altro, e per questo, la sfida di Forza Nuova sarà quella di trovare la giusta maniera per correlarli, onde far capire al popolo italiano che tutto il male da combattere ha una sua diretta concatenazione e una precisa radice.

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