mercoledì 22 dicembre 2010

La fontana di Piazza Amendola colorata di rosso contro la riforma Gelmini

http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/hs007.snc6/165703_1612328919675_1579848902_1390089_1018914_n.jpg Da questa mattina, in occasione della discussione in Senato della riforma della scuola, nella fontana di Piazza Amendola zampilla acqua rosso sangue, effetto del colorante riversato per protesta dagli studenti. Il gesto "futurista", provocatorio e dimostrativo si ispira a quanto fatto dall'artista Graziano Cecchini, che nel 2007 ha versato vernice rossa nella fontana di Trevi a Roma. L'azione è stata rivendicata dal nucleo battipagliese di Lotta Studentesca, organizzazione degli studenti vicini a Forza Nuova ed è stata svolta in maniera simultanea su tutto il territorio nazionale.
"Il blitz vuole stigmatizzare ciò che avverrà stamane nelle stanze del potere italiano: verranno tagliati fondi alla scuola pubblica (1 miliardo di euro solo per quest'anno), verrà distrutto il libero sapere e la ricerca delle università per metterle in mano ad enti privati, e verrà dato modo ad una casta di corrotti di imporre la propria volontà a scapito della sovranità popolare. Oggi le nostre fontane si tingono di rosso, rosso come il sangue degli studenti rimasti feriti o uccisi nelle loro scuole, e rosso come le casse dell'istruzione pubblica, rosso come il sangue dei soldati morti in guerre che non ci appartengono (mentre il governo Berlusconi da un lato taglia i fondi scolastici dall’altro cerca di aumentare le spese per l’inutile guerra in Afghanistan e addirittura, anziché ritirare i soldati per una questione soprattutto morale ma anche economica, propone di armare i bombardieri). Non riteniamo affatto possibile che i fondi per le scuole private siano passati da 130 a 245 milioni, contribuendo così a creare una voragine profonda e un divario enorme tra formazione pubblica e privata. Questa riforma poi introduce il Fondo per il Merito,una forma di prestito questa creata da fondi messi a disposizione da privati, che andrà a sostituire le Borse di Studio. Lo studente in pratica avrà accesso e potrà beneficiare di questi soldi, ma poi li dovrà restituire con gli interessi, come un vero e proprio prestito bancario. Questo rappresenterà in pratica una forma di indebitamento per mantenersi allo studio,una cosa che contrasta altamente con il concetto di Università pubblica che noi tutti conosciamo. Il nostro movimento ha deciso di mettere in atto una protesta eclatante di tale portata perché siamo convinti che quella della Gelmini sia un riforma che mette seriamente in pericolo il sacrosanto diritto allo studio e che non va ad aggredire i veri mali dell’Università, come il clientelismo e la scarsa considerazione verso la ricerca scientifica, cosi come la riforma non attacca in nessun modo il potere dei baroni, anzi accresce il loro potere e raggio d’azione attraverso il potenziamento dei consigli di amministrazione composti per la stragrande maggioranza da privati. Pertanto la nostra mobilitazione andrà avanti".

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